No variante SS16 Rimini
Tuteliamo il nostro territorio 

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Non sai cos'è la Variante della SS16 a Rimini perché il Comune non ha informato i suoi cittadini?

Non preoccuparti, te lo diciamo noi!

E' una strada che va da Bellaria a Misano Adriatico larga 35 metri e lunga 28 chilometri, con 11 enormi svincoli e raccordi, per un totale di 1.200.000 metri quadrati di asfalto rubati alla nostra terra, pari a 168 campi da calcio! Una strada sopraelevata alla stessa altezza dell’autostrada A14, il che implicherà la movimentazione di più di 3 milioni di metri cubi di terra prelevati dalle cave della zona. I cantieri per la sua realizzazione bruceranno altri 140.000 metri quadri di terreno. Le migliaia di auto e di camion che andranno avanti e indietro su questa strada affiancheranno i mezzi già presenti sulla A14 e avremo un totale di 10 corsie + 4 di emergenza: un ecomostro largo 50 mt di strade! La Variante della SS16 affiancherà l'autostrada lato mare, staccandosi da questa di 20 mt circa e questo costerà ulteriore consumo di suolo con imprese agricole costrette a chiudere, una produzione orticola che diminuirà di circa il 19%, l'aria che diventerà ancora più inquinata in una città che già emana oggi misure emergenziali antismog per l'eccesso di inquinamento! Oltre all'aria avremo più inquinamento del suolo e gli scavi rischieranno di inquinare anche la falda acquifera sotterranea. Tutti i cittadini, uomini, donne e bambini mangeranno cibo più inquinato e respireranno più polveri sottili! Quest'opera passerà su zone verdi, terreni coltivabili, case vecchie (con cittadini che si vedranno espropriare attività e case a fronte di una misera compensazione economica) e affiancherà abitazioni di recente costruzione oltre ad essere a pochi metri dal centro città e non avrà sufficienti barriere o elementi per mitigare il suo immenso impatto ambientale, ignorando deliberatamente e in modo fattuale tutte le urgenti problematiche ecologiche contemporanee e la nostra salute. Un progetto vecchio nato più di 20 anni fa quando le case a ridosso dell'opera erano 1.100 e ora sono quasi 2000! Un progetto non più in linea con i tempi attuali in cui tutti si muovono verso la ecosostenibilità, la tutela ambientale e della salute in un mondo dove le percentuali di mortalità per malattie respiratorie, oncologiche e cardiovascolari sono in aumento: lo smog è un killer silenzioso quanto letale!


Pensi che l’opera ridurrà il traffico?

Gli accessi alla città rimarranno invariati, le vie Marecchiese, della Fiera, Covignano e Circonvallazione resteranno un inferno di caos senza alternative. Il traffico che verrà distolto sarà pari solo al 20% cioè circa 5.000 veicoli. L'ANAS prevede che la nuova Variante devierà 12.000 veicoli al giorno dalla A14! Quindi, se ne distogliamo 5.000 e ne attiriamo 12.000, allora ne avremo 7.000 in più ogni giorno!

Siamo così sicuri di voler investire risorse pubbliche in un progetto che invece di contribuire alla riduzione del numero di veicoli in circolazione nella nostra città, sembra destinato ad avere l'effetto opposto?


Abiti a ridosso dell'opera? Scoprilo subito!

Se vedi l'autostrada da casa tua, allora abiti a ridosso dell'opera e gli effetti sulla tua salute saranno devastanti! Se anche abiti solo nelle vicinanze, lo smog sarà ad altissime percentuali. Guarda tu stesso dalle tavole del progetto dov'è la tua casa, cliccando qui (progetto Anas) o qui (con dettagli)


Quando sarà realizzata l'opera? A breve! E nessuno lo sa!

Anas ha già inviato le prime lettere di vincolo all'esproprio agli agricoltori del primo tratto (leggi qui), ma ancora non ha inviato le ruspe perché non si è ancora svolta la Conferenza dei Servizi che si terrà a Roma. Siamo in tempo per fermare tutto questo! Ma dobbiamo agire subito!


Cosa possiamo fare? Chiedere la sospensiva in tribunale!

Uniamoci compatti per fare ricorso al tar. Iscriviti al Comitato, puoi farlo gratuitamente, ma cerca anche di donare qualcosa per sostenere il ricorso e tutelare il futuro di tutti. Grazie.


IBAN IT42F0899524204000000211578
INTESTATO A: Comitato No alla variante della SS16 Rimini Tuteliamo il nostro territorio
Banca: Riviera banca credito cooperativo di Rimini e Gradara-Soc.c




I nostri NO alla Variante SS16 Rimini:


1. E' dannosa per la salute dei cittadini. Le polveri sottili entrano nei polmoni e nel sangue!


2. E' dannosa per l'ambiente. Rovina suolo, aria, acqua e cibo di una città già inquinata!


3. E' un progetto vecchio. Non ha tutele adeguate per il territorio che nel frattempo è mutato!


4. Non è sostenibile. Non è in linea con la transizione ecologica, la mobilità sostenibile e la riduzione del consumo di suolo!





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 IL COMITATO

  Siamo un gruppo di cittadini apolitici della provincia di Rimini che si è unito per tutelare il territorio in cui vive dall'inquinamento atmosferico, del suolo, dell'acqua e dal rumore provocato dalla realizzazione della Variante alla SS16 a fianco all'A14, un progetto vecchio più di 20 anni che inquina a dismisura, è dannoso per i cittadini, consuma suolo, distrugge la nostra agricoltura, danneggia l'aria e l'acqua e non è più adatto al territorio di Rimini che negli ultimi 20 anni è cambiato tanto. 
Amiamo la nostra città e vogliamo lasciare ai nostri figli un futuro sostenibile


AZIONE LEGALE – RICORSO AL T.A.R. 
SOSTIENICI CON UNA DONAZIONE

Tramite bonifico bancario:

IBAN IT42F0899524204000000211578
INTESTATO A: Comitato No alla variante della SS16 Rimini Tuteliamo il nostro territorio
Banca: Riviera banca credito cooperativo di Rimini e Gradara-Soc.c


Il Comitato sostiene economicamente l’azione legale per l’impugnazione dell’atto di seconda proroga della V.I.A. (Valutazione di Impatto Ambientale): vogliamo ottenere la bocciatura di vecchi studi sugli aspetti nocivi che la strada cagionerà all’ambiente e di conseguenza alla salute di tutti noi. Non ci accontentiamo di studi fatti 20 anni or sono, quando oggi le leggi sono cambiate e impongono nuove ed attuali restrizioni!


Abbiamo impugnato l’atto preparatorio all’atto conclusivo della Conferenza dei Servizi. Se dovesse essere emanato quest’ultimo atto, per fermare del tutto l’opera, anche questo dovrà essere impugnato con un secondo ricorso al TAR. Ci vogliamo preparare quindi anche a questa possibilità.


Opporsi ad un’opera pubblica, con gli strumenti previsti dalla legge, non è un reato, non è un dovere, ma è un diritto, che il cittadino può esercitare o meno.


Se anche tu credi come noi, che questa opera sia divenuta obsoleta, che possa peggiorare la qualità dell’aria, consumare e impermeabilizzare troppo suolo, che non sia più in linea con gli attuali standard ambientali e che essa possa, anzi debba essere fermata e rivalutata, unisciti a noi e aiutaci con una donazione piccola o grande.


Il tuo contributo per noi è prezioso e ci aiuterà a sostenere le spese legali e di consulenza tecnica. Noi, da parte nostra ce la mettiamo tutta fornendo non solo il nostro contributo economico ma anche, gratuitamente, le nostre competenze ed il nostro tempo, perché crediamo in una condivisione di valori che solo insieme possiamo difendere, essendo numerosi e uniti per tentare di cambiare il corso delle cose.


Grazie infinite

FAQ RICORSO AL T.A.R.

Che cos’è la V.I.A. (Valutazione dell’Impatto Ambientale)?

È un esame di compatibilità di grandi opere con il territorio sul quale impattano, esame che viene fatto dagli organi tecnici competenti in ordine a profili ambientali che riguardano la salute umana, il paesaggio, il suolo, il sottosuolo, l’aria, le acque, il rumore, il patrimonio naturale (flora, fauna, biodiversità), fattori climatici, beni materiali e le interazioni tra questi. La procedura è definita dal D.Lgs. 152/2006 (Testo Unico Ambientale).

Senza questa attenta valutazione non è possibile rilasciare alcuna autorizzazione alla realizzazione dell’opera.

Solo se un’opera supera questa valutazione, il progetto può accedere al secondo step che prevede l’approvazione per la sua realizzazione materiale, che può avvenire con varie modalità tra cui quella in conferenza dei servizi.


Quanto dura la Valutazione dell’Impatto Ambientale (V.I.A.) e quante volte può essere prorogata?

La durata della Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) è di cinque anni dalla pubblicazione del provvedimento, anni durante i quali il progetto deve essere realizzato.

Se il progetto non viene realizzato o non è completato entro il periodo di validità della V.I.A. originaria, è necessario che il proponente Anas s.p.a. richieda, in via eccezionale, una proroga.

La proroga della V.I.A. non ha un limite predeterminato di volte in cui può essere concessa dal Ministero dell’Ambiente, ma la sua concessione rimane legata all'esigenza di non far perdere la validità della valutazione di impatto originale, quindi è necessario che nel tempo nulla muti nel territorio preso in esame. 

Oggi si assiste alla proroga della proroga della VIA originaria.


Per il progetto della Nuova SS16, Anas ha richiesto ben due proroghe alla V.I.A. asserendo che il territorio è sì mutato, ma di poco. E’ davvero irrilevante questo mutamento avvenuto negli ultimi 20 anni dove solamente le case adiacenti all’opera sono passate da 1100 a quasi 2000?

Il territorio in 20 anni ha subito sicuramente dei mutamenti, non solo dovuto alle nuove cementificazioni. Il ricorso al TAR che i ricorrenti hanno sottoscritto richiede una nuova analisi di tutti i fattori presi in considerazione dalla V.I.A. perché sono passati quasi 20 anni e la “fotografia” che è stata fatta all’ora, oggi è vecchia. Operare oggi con una fotografia così vecchia, sarebbe come dire a un chirurgo di operare un paziente con una radiografia fatta 20 anni fa. Non lo farebbe.


Abbiamo dei dati che dimostrano che il territorio è mutato nei ultimi 20 anni, data in cui è stata fatta la prima Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.)?

Certo! Abbiamo dati estrapolati da atti ministeriali e l’analisi di I.S.P.R.A., Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che è un ente pubblico nazionale riconosciuto che fornisce dati certi e inconfutabili. I.S.P.R.A. ha realizzato per noi lo studio del consumo di suolo in un buffer di 500 mt. intorno all’opera della Nuova SS16 e ci ha fornito le prove di questo mutamento. Questa relazione non si può sostituire alla nuova analisi che dovrà fare il Ministero dell’Ambiente, ma rimane valida e inconfutabile, e introduce in causa degli elementi che possono consentire al giudice di valutare se i dati dichiarati da Anas o dal Ministero, effettivamente sono attuali oppure no.


E’ sufficiente il solo attuale ricorso al Tar per la richiesta di annullamento della V.I.A. per fermare l’opera?

Se il ricorso verrà vinto prima dell’uscita della Conferenza dei Servizi, sì.


Se prima di discutere l’attuale ricorso al Tar per la richiesta di annullamento della V.I.A. dovesse uscire l’atto conclusivo della Conferenza dei Servizi, cosa dovremmo fare per fermare l’opera?

Se la Conferenza dei Servizi approva il progetto, questo provvedimento è un atto che vive di vita propria; è l’atto che dà avvio agli espropri. Per fermarlo va contestato al Tar con ragioni diverse rispetto a quelle prettamente ambientali che hanno riguardato la V.I.A.. Si tratta di un secondo ricorso necessario, perché in assenza di questo, il primo ricorso perde di rilievo giuridico mentre i due ricorsi affiancati hanno la forza di contestare la valutazione e la messa in opera della strada.


Tutti i cittadini hanno titolo per fare causa?

No, anche se l’opera inquina ben oltre i 500 metri dalla sua posa, possono entrare in causa solo coloro che dimostrano di essere in qualche maniera incisi dall’opera, cioè coloro che risiedono o che hanno dei possedimenti nelle vicinanze. La vicinanza si dimostra con una documentazione che può essere la lettera di esproprio, una visura catastale, un certificato di residenza, un contratto di locazione o un atto di proprietà.


E’ vero che con le nuove leggi i cittadini che si oppongono alle opere vengono sanzionati e denunciati?

Ciò che viene punito è la frapposizione fisica, in strada, ad un’opera che è cominciata, quindi ad esempio, verrebbero sanzionate le persone che occupassero una via per una giornata intera e non facessero passare i mezzi. In altre parole rischiano sanzione e denuncia penale coloro che protestano nei modi non consentiti dalla legge, ovvero bloccando la circolazione stradale o manifestando il loro dissenso con atti di violenza, teppismo, vandalismo, verso persone o cose.

Nel nostro caso non è così. Noi ci avvaliamo di strumenti riconosciuti dell’ordinamento, quindi un ricorso giurisdizionale. La sospensione dell’opera arriverebbe da un Giudice, non dai singoli cittadini e un Giudice ha la facoltà legittima di fermare un’opera. Nessun ricorrente può essere sanzionato per questo, poiché disposto giuridicamente da chi ha titolo e autorità per farlo, nel rispetto assoluto della legge.


Se dovessimo fare il secondo ricorso perché il primo non è stato ancora discusso, i due ricorsi verrebbero accorpati?

Si, in occasione del deposito al Tar del secondo ricorso si comunica che c’è un collegamento con un altro procedimento e automaticamente le due cause vengono chiamate insieme.


Potevamo suggerire alternative al progetto invece che fare il ricorso alla proroga della V.I.A.?

No, le alternative al progetto possono essere discusse nel secondo ricorso che riguarda argomenti diversi dal primo. Nel primo, già depositato, possono essere trattati solamente aspetti che riguardano la compatibilità ambientale dell’opera, nel secondo potranno essere trattati anche aspetti che attengono alla localizzazione dell’opera. Inoltre nel processo amministrativo il termine per far valere in giudizio le proprie ragioni è, come nel nostro caso, di sessanta giorni, con l’effetto che se non avessimo impugnato la VIA nel termine non lo avremmo più potuto fare dopo.

Alcuni gruppi di cittadini hanno già presentato in Comune e al proponente Anas s.p.a. osservazioni con alternative al progetto (varianti meno impattanti) ma non sono state recepite. Il fatto però di averle inserite e già sollevate in corso di procedimento, ci consentirà domani, laddove queste non venissero accolte, di poterle legittimamente contestare e con maggiore forza. 

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